Il coaching in azienda supporta la formazione tradizionale, migliora le performance e ha effetti positivi sull’engagement dei dipendenti

La formazione aziendale dovrebbe stare al passo con la continua evoluzione del mondo del lavoro e le nuove abitudini dei dipendenti. Attraverso le piattaforme eLearning, gli studenti possono accedere più facilmente ai moduli didattici e hanno la possibilità di apprendere seguendo i propri ritmi. Tuttavia, per quanto la formazione formale sia importante, è solo una parte del training aziendale.

Secondo il modello 70:20:10, il 70% di quello che i dipendenti apprendono deriva dalla formazione on-the-job, il 20% dal social learning e solo il 10% da un corso tradizionale. Il coaching, spesso trascurato nella programmazione del training aziendale, rientra nella formazione on-the-job.

Secondo uno studio condotto da Deborah Bright e Anita Crockett il coaching non solo ottimizza i risultati della formazione, ma supporta il business dell’azienda migliorando le performance dei dipendenti. Ecco perché i dipartimenti HR dovrebbero iniziare a prestare maggiore attenzione alla pianificazione di attività di coaching in azienda.

Il coaching supporta la formazione

La formazione e il coaching procedono di pari passo. Durante un corso formale, ai dipendenti vengono insegnate delle conoscenze particolari relative a un determinato argomento, parallelamente durante le sessioni di coaching queste conoscenze vengono consolidate applicandole nello specifico contesto lavorativo.

Il coaching non corrisponde a un training formale, si tratta di un processo in divenire che facilita l’apprendimento. Un coach attento, infatti, incoraggia il confronto con lo studente per capire quali sono le sue necessità e come queste si evolvono nell’arco dell’affiancamento. Inoltre, solitamente il coach e lo studente fanno parte dello stesso team, quindi condividono lo stesso background e lavorano seguendo gli stessi obiettivi. Per questo il coach capisce i bisogni dei colleghi ed è in grado di programmare un percorso flessibile e personalizzato che permette loro di crescere e di migliorare nel proprio ruolo.

Istituire una cultura del coaching

Per instaurare una forte cultura del coaching, gli HR devono coinvolgere i dipendenti e incoraggiarli a riflettere sul lavoro dell’azienda. Tutti i team devono contribuire alla creazione di un clima di fiducia e di collaborazione e di un ambiente in cui viene incoraggiata la crescita. In genere, quando un dipendente affianca un manager, si sente più sotto pressione rispetto a quando lavora con un collega, ecco perché il coaching è più efficace se organizzato tra pari livello. I migliori coach sanno motivare e coinvolgere i colleghi che si sentono più propensi a mettersi alla prova. Quindi, per avviare un programma di coaching in azienda bisogna per prima cosa identificare le figure in possesso delle esperienze e delle competenze per diventare coach. Gli HR dovranno successivamente preparare queste persone insegnando loro le skill utili per ricoprire il ruolo di coach, come per esempio chiedere e gestire i feedback, progettare le tappe del percorso formativo e stimolare i colleghi.

Secondo uno studio condotto da Rebecca J. Jones, le aziende che hanno avviato un programma di coaching riscontrano due tipi di risultati: il coaching migliora le competenze dei dipendenti, incrementando le loro performance del 14% e influisce positivamente anche sul loro livello di engagement. Organizzare un programma di coaching in supporto alla formazione tradizionale si traduce in un vantaggio competitivo per l’azienda.